Don't take it too seriously, live on a trip !

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giovedì 15 settembre 2011

Da Auckland a Nelson via North Harbour Stadium


Educativa. Così definirei la Nuova Zelanda.
Coloro che pensano di visitarlaper tornare a casa con filmini e foto di rappresentazioni folcloristiche rimarranno delusi. Qui le radici del popolo locale (i maori) sono fitte, profonde e saldamente aggrappate al territorio, vissute
quotidianamente e trasmesse dai genitori e dalle istituzioni ai giovani. Le rappresentazioni e le "messe in scena" per i turisti ci sono ma loro stessi le scherniscono e bistrattano. 
Fresche e rigogliose le loro radici come la natura circostante, prepotente e predominante in ogni sua forma.
Ritirato il mio cmpervan (una sorta di van adattato internamente ad uso campeggio e completo di ogni attrezzatura utile) all'aeroporto di Auckland, mi sono diretta (a proposito: consiglio l'uso del GPS che è possibile richiedere alla compagnia di affitto del campervan) verso casa della mia amica Melita, una romana trasferitasi ad Auckland 10 anni fa, che mi ha concesso amichevolmente e senza non pochi problemi di spostamenti auto-van-campervan-van-auto (suo marito esce presto la mattina ed il vialetto di casa non è largo abbastanza per aggirare gli ostacoli), quindi la sera veniva accuratamente pianificato l'ordine della fila in cui venivano parcheggiati i veicoli. 
Il primo incontro dell'Italia in questa Coppa del Mondo di Rugby (e motivo principe del mio viaggio nella terra "della lunga nuvola bianca") è stato con i tanto osteggiati australiani. 
Il mio accredito in veste di fotografa mi permetteva, dal bordo campo del North Harbour Stadium di scorgere, fra il pubblico, quei pochi italiani giunti dal vecchio continente (si saranno potuti contare con le dita di una mano) ma anche i tanti "locals" che pur di tifare contro l'Australia avrebbero adottato la cittadinanza di un qualsiasi altro paese. Un giovanottone maori di stazza che definirei "importante" con la faccia dipinta tricolore e accessoriato dei più svariati gadgets verde-bianco-rossi è un'immagine che difficilmente potrò dimenticare!
Inutile dire come è finita la partita: un avversario di questa portata avremmo difficilmente potuto batterlo oggi come oggi.
Ripresami dal frddo patito durante la partita e dalla inzuppata per la pioggia battente, saluto la mia amica (che mi raggiungerà in seguito a Nelson) e riprendo la strada verso sud, a Wellington dove imbarcherò sull'unico traghetto che porta a Picton (sull'isola sud) e di seguito a Nelson.
La traversata dura 3 ore ed i traghetti partono 3 volte al giorno: mattina, pranzo e sera (gli orari variano a seconda del giorno della settimana e della stagione ma è possibile controllare su www.interislander.co.nz.
Giungo alle 23,30 a Picton e mi avvio verso Nelson sperando di farcela (ci sono 170km circa di strada a due corsie) ma il sonno ha la meglio e mi parcheggio in un campo incolto. 
Al mio risveglio il sole era già sorto da un po ed il paesaggio che mi si presenta è a dir poco mozzafiato. L'erba, le case, gli alberi, i recinti e quant'altro ancora umidi della brina notturna, alla luce del sole risplendono in maniera abbagliante.
Riprendo la strada per Nelson, dopo diverse foto e un buon caffè!